Fonte: Pagina Facebook Ufficiale del Sindaco di Cava de’ Tirreni Vincenzo Servalli

Oggi sono elementi anonimi di edilizia urbana, li calpesti e passi, un tempo invece erano oggetti che identificavano e caratterizzavano le città e le comunità che le abitavano. Alcuni sono delle vere e proprie opere d’arte, con fine decorazioni, raffigurazioni che rappresentavano non solo prodotti della manifattura fondiaria, ma la vita e la storia dei luoghi dove venivano collocati. Ma la “Tombini Art”, esiste ancora, anzi è stata riscoperta, con pubblicazioni, vendite all’asta e in alcune nazioni, come il Giappone, la loro realizzazione è una vera e propria arte. Nei giorni scorsi, durante i lavori di manutenzione di una strada alla frazione Annunziata, gli operai dell’Ausino hanno riportato alla luce uno storico tombino con incisa la scritta “Comune di Cava dei Tirreni”, uno degli ultimi ancora presenti, presumibilmente di fine ‘800, inizi ‘900, dal peso di oltre 100 chili, nascosto dall’asfalto chissà da quanti decenni. L’Assessore Nunzio Senatore non ha perso l’occasione di recuperarlo e aggiungerlo ai reperti storici visitabili presso il Palazzo di Città. Una analoga chiusura in ghisa nel giugno del 2020 è stata donata all’International Manhole Museum – Museo delle Ghise di Ferrara, (link) la più grande esposizione di esemplari di “Monhole Cover”, una settantina di chiusini provenienti da tutto il mondo, realizzati tra il XIX e il XX secolo, tra i quali è esposto anche quello di Cava de’ Tirreni.