Fonte: Sito web ufficiale Cavese Calcio

Nell’estate del 2004, all’età di 17 anni, dovetti abbandonare la mia cara “terra madre” Cava de’ Tirreni. A 13 anni, purtroppo, venne a mancare mio padre e la mia famiglia, nel giro di pochi anni, decise di emigrare a Parma, dove dalla parte della famiglia di mia madre c’erano i miei zii giunti in Emilia tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80.

Ero stato al Nord Italia qualche mese prima con i tifosi della Cavese per partecipare insieme ad altre curve italiane ad una manifestazione a Bologna, e poi al mondiale antirazzista che si disputava a Montecchio Emilia, nel reggiano. In quella circostanza con gli Ultras di Cava de’ Tirreni, nel torneo calcistico a 7, ci laureammo campioni del mondo! Che gioia, che ricordi!

Nella stagione calcistica 2005-2006 la Cavese fu inserita nel girone B della C2, quello del Centro-Nord. Vale a dire enormi sacrifici economici non solo per la società ma anche per la tifoseria che dovette sorbirsi trasferte molto più lunghe del solito. Domenica 23 ottobre 2005 la compagine blufoncè era di scena allo stadio “Tullio Morgagni” di Forlì, contro la squadra romagnola. Ero super emozionato, sapendo che a soli 170 km da Parma, nella stessa regione, giocava la squadra della mia città. Erano altri tempi, il cellulare veniva usato solo per le chiamate e gli sms, quindi i ragazzi di Cava non sapevano che ci saremmo visti lì.

Il giorno prima della gara, preso dall’euforia, decisi di comprarmi il biglietto del treno. La mattina seguente mi ritrovai alla stazione di Parma e via, in partenza verso Forlì. La partita era prevista alle 15, ma meglio arrivare un po’ prima non sapendo nemmeno il tragitto stazione-stadio. A quel punto, però, successe un imprevisto: non mi accorsi di aver preso un Intercity invece di un Regionale e allora il controllore mi fece scendere a Reggio Emilia dove, preso dall’ansia, pensavo di non arrivare in tempo a Forlì. Girai un po’ fuori la stazione, dopo aver visto bene l’orario ed il binario. Finalmente salii sul treno giusto ed è lì che successe un episodio che non potevo proprio immaginare: incontrai due ragazzi abbastanza grandi di Cava che, se ricordo bene, vivevano a Bologna. Fu bellissimo ed emozionante! Dopo aver scambiato quattro chiacchiere, ovviamente, decidemmo di vedere insieme la partita. Una volta giunti alla stazione di Forlì, i ragazzi cortesi e gentili non vollero nemmeno i soldi del taxi che ci portò allo stadio.

Arrivato al “Morgagni” e acquistato il biglietto al botteghino, quando entrai e vidi la tifoseria cavese non stavo nella pelle. Non potevo credere ai miei occhi: la Cavese era proprio lì, gli aquilotti in terra nordica! Abbracci, baci, tifo incessante, domande sulla vita in generale. Fu un pomeriggio indimenticabile. L’incontro terminò 2-2. Per la Cavese andarono in gol D’Amico e Aquino che vennero ad esultare sotto il nostro settore. Eravamo in vantaggio per 2-1, ma purtroppo il Forlì riuscì a pareggiare lasciandoci l’amaro in bocca. In campo fu una partita molto nervosa. Terminammo l’incontro in nove per le espulsioni di Aurino e Nocerino; dalla panchina venne allontanato anche l’allenatore in seconda Di Napoli. Sugli spalti oltre 250 cavesi fecero un baccano infernale.

A fine partita, dopo i consueti saluti, con l’augurio di incontrarci alla prossima trasferta o magari appena possibile a Cava, feci ritorno a Parma in compagnia di un cavese che abitava a Reggio Emilia. Dentro di me ero contentissimo ma anche un po’ triste per aver visto i ragazzi tornare giù. Sentii la nostalgia avvolgermi. Sono sempre fiero delle mie origini che ho sentito ancora più forti da quando ho lasciato Cava. Ora, grazie alle Aquile del Nord, da quando mi incontro con i tanti cavesi sparsi per il Settentrione, sento la piccola Svizzera più vicina.

Carmine Lamberti, Parma